Direttamente dai paesaggi lunari della Nuova Zelanda, è sbarcata in Italia per la sua unica data live Hannah Sian Topp, meglio nota come Aldous Harding, in un Locomotiv club colmo di persone e affetto per questa divinità stralunata, tanto talentuosa ed ispirata quanto buffa e particolare nel suo modo di stare sul palco:

inizialmente accompagnata unicamente dalla sua chitarra, seduta su uno sgabello, dà il via allo show con una magnetica “World is looking for you” con la quale ci fa subito capire che saremo ipnotizzati da lei completamente.

Aldous guarda verso il soffitto, sgrana gli occhi, ha in sè un alone di inquietudine e di ombra che sembra quasi renderle più affilati i lineamenti del volto, disegnato nella porcellana, mentre una voce di intensità sovrumana le proviene da dentro, mentre “Living the classics” sfuma, lasciando spazio all’ingresso della band, musicisti tanto minimali quanto concreti e perfetti per arricchire il suono di questa ninfa figlia della folk singer Lorina Harding.

Su “Fixture Picture” Aldous si alza e regala a questo brano le sue movenze volutamente esasperate eppure stranamente sensuali, mentre ci si chiede dove vaghi con lo sguardo, in quale dimensione sia perduta.

“Treasure” arriva come un colpo al cuore, che rallenta di un battito, rapito dalle armonizzazioni perfette dei cori nel ritornello.

Mi guardo intorno, scavo nei volti e vedo facce estatiche, incapaci forse di comprendere appieno la magia a cui stanno assistendo.

“The Barrel” e “Heaven is empty” sono altre due chicche della serata, mentre su “Elation” la Harding raccoglie un mazzo di rose che le viene donato da un pubblico in visibilio.

Pochissime parole, solo un paio di “thank you” e un “grazie” scandito in italiano, interrompono questo rito laico di cui lei è la sacerdotessa e che sembra terminare con “Blend”.

Pochi minuti e Aldous con la band tornano sul palco, per farci ascoltare un brano nuovo, dalle ritmiche più accentuate, dal titolo “Old Peel”, ulteriore conferma dell’ispirazione di questa Artista, tanto teatrale quanto attraente nel suo modo di vivere la scena, il palco e capace di unire a questa strana “fisicità” una voce sublime, che vaga senza mai perdersi verso vette elevatissime ed esplora al contempo profondità oscure.

Non si può non restare totalmente rapiti da Aldous Harding, così come chi era al Locomotiv non potrà non annoverare questo concerto tra le vette più alte del suo 2019.

Aldous Harding Setlist @ Locomotiv Club (15/11/2019)

World is looking for you

Living in the classics

Designer

Fixture Picture

Zoo Eyes

Treasure

The Barrel

Damn

Heaven is empty

Elation

Blend

 

Old Peel